Una ragazzina di 13 anni, accusata di aver trasformato la vita di una quindicenne in un incubo fatto di bullismo e minacce, è stata finalmente rimossa dalla scuola. Questo drammatico caso, che ha portato addirittura a un accoltellamento di gruppo, è emerso dopo mesi di silenzio e sofferenza della vittima. A rivelarlo è stato l’avvocato Jason Azzopardi, che difende la giovane coinvolta.
La ragazza, il cui nome resta riservato poiché minorenne, tornerà a sedersi tra i banchi della St Benedict’s School di Kirkop dopo una lunga assenza. La notizia che la sua presunta aguzzina non frequenterà più l’istituto è stata accolta con sollievo dalla famiglia, che ha ricevuto la conferma direttamente da un funzionario del Dipartimento dell’Educazione. “L’accoglieremo al cancello della scuola come merita, affinché possa tornare al suo banco in sicurezza”
, avrebbe assicurato il funzionario.
Questo caso sconvolgente è salito alla ribalta quando la giovane è stata ricoverata in ospedale con ferite da taglio. La vittima ha raccontato agli investigatori di essere stata circondata da una banda mascherata, composta da individui che per mesi l’avevano costretta a consegnare denaro.
Le autorità hanno già incriminato un ventunenne in relazione a questo episodio. Durante l’udienza, si è appreso che la vittima aveva rivelato i continui episodi di bullismo solo quando il padre l’aveva sorpresa a rubare soldi a casa. Una realtà che ha scosso profondamente i familiari, come conferma l’avvocato Azzopardi: “Perché la loro figlia di 15 anni ha dovuto subire traumi, lesioni, aggressioni, minacce e ricatti prima che qualcuno prendesse sul serio la situazione? Perché, fino al 29 novembre, il bullismo nei suoi confronti è stato negato?”
Nonostante le accuse già formulate, Azzopardi ha sottolineato che i suoi commenti si riferiscono esclusivamente ai fatti accaduti tra le mura scolastiche, distinguendoli dai procedimenti penali ancora in corso.
Nel frattempo, il magistrato incaricato del caso ha puntato il dito contro il sistema educativo, invitando le autorità scolastiche a prendere misure decisive contro il bullismo grave. Ha criticato apertamente l’approccio di “giustizia riparativa,” un metodo che, sotto il nome di “metodo senza colpa,” punta a correggere i comportamenti senza punizioni severe. “Non è il momento di edulcorare le responsabilità; chi commette atti così gravi deve affrontarne le conseguenze”, ha dichiarato.
Mentre il Ministero dell’Educazione rimane in silenzio, le domande e le polemiche su questa vicenda continuano a montare, lasciando una comunità intera a chiedersi come tutto ciò sia stato possibile.
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