Tom Hanks ha dichiarato di essere affascinato dall’incredibile potere dell’intelligenza artificiale, capace di “ringiovanirlo in tempo reale” sul set del suo nuovo film, Here. Ma dietro all’entusiasmo per questa tecnologia rivoluzionaria, l’attore ammette anche che l’IA sta seminando una profonda inquietudine a Hollywood. Here
, che uscirà venerdì, vede Hanks e Robin Wright nei panni di una coppia che attraversa decenni di vita familiare, fatta di nascite, matrimoni, divorzi e morti, spingendo i protagonisti attraverso le sfide di generazioni intere.
Un viaggio temporale che ha richiesto ad Hanks di interpretare il suo personaggio dall’adolescenza idealista fino alla vecchiaia più fragile. Ma stavolta, niente trucco o parrucco: grazie alla collaborazione con lo studio di intelligenza artificiale Metaphysic e alla tecnologia Metaphysic Live, gli attori sono stati “ringiovaniti” e “invecchiati” in tempo reale, proprio mentre recitavano. La tecnologia, talmente avanzata, ha permesso a Hanks di rivedere la sua versione “deepfake” subito dopo ogni scena.
“La cosa straordinaria è che accadeva tutto in tempo reale” ha spiegato Hanks entusiasta. “Non dovevamo aspettare otto mesi di post-produzione. Sul set avevamo due monitor: uno mostrava la ripresa normale e l’altro, appena un istante dopo, la nostra versione ‘deepfake’. Così potevamo vederci in tempo reale, lì, sul momento.”
Ma questa nuova frontiera dell’IA nel cinema ha anche scatenato un acceso dibattito, tanto che l’anno scorso Hollywood è stata scossa da uno sciopero degli attori preoccupati che questa tecnologia minacci le loro carriere e l’industria stessa. Durante un dibattito all’AFI Fest, Hanks ha ammesso che la paura è reale e che per ottenere l’effetto visivo del film sono stati necessari otto milioni di immagini di lui, raccolte online da eventi pubblici, film, e persino foto di famiglia. “Hanno messo tutto in una sorta di ‘scatola’ della tecnologia deepfake, chiamatela come volete.”
Inoltre, l’innovazione di Here
non si ferma all’uso dell’IA. Tutto il film è girato da un’unica telecamera statica, posizionata per la maggior parte del tempo nell’angolo di un salotto di periferia americana, portando lo spettatore a scoprire la stessa area geografica anche in epoche lontane, fino al periodo pre-coloniale.
Trent’anni dopo Forrest Gump, Tom Hanks, Robin Wright e Robert Zemeckis sono tornati insieme sul tappeto rosso per la prima mondiale di Here, all’AFI Fest di Los Angeles. Zemeckis ha dichiarato che per lui era essenziale rispettare lo stile del libro da cui il film è tratto. “Doveva essere fedele al libro, ecco perché ha quest’aspetto. È intimo e allo stesso tempo incredibilmente cinematografico.”
Ma è l’uso dell’intelligenza artificiale che ha veramente catalizzato l’attenzione del pubblico.
Un tema “serio e attuale”
All’AFI Fest anche un altro film, Wallace & Gromit: Vengeance Most Fowl, ha esplorato il tema dell’intelligenza artificiale, ma con un tocco leggero. Nella nuova avventura dei personaggi di culto britannici, Wallace costruisce uno “gnomo intelligente” per le faccende domestiche, ma il suo fedele cane Gromit sente subito puzza di guai. La situazione degenera quando il malvagio pinguino Feathers McGraw entra in scena, usando la tecnologia per attuare un piano sinistro. “Se possiamo stimolare qualche riflessione in più con la nostra avventura di Wallace e Gromit, non sarà un male” ha detto il co-regista Merlin Crossingham. Ha anche sottolineato che il film non ha utilizzato l’IA: “Non lo facciamo e non lo faremmo mai,”
ha affermato, guadagnandosi un applauso caloroso dal pubblico hollywoodiano.
Vengeance Most Fowl
sarà trasmesso nel Regno Unito e in Irlanda il giorno di Natale, mentre dal 3 gennaio sarà disponibile globalmente su Netflix.
Foto: Jon Kopaloff /Getty Images North America/Getty Images via AFP
Video: Romain Raynaldy/AFPTV/AFP