FreeHour si impegna a trovare una soluzione più accettabile per i tre studenti accusati di aver rivelato una falla di sicurezza nel suo sistema. Ma dietro le dichiarazioni di buona volontà, resta un’ombra di ambiguità. Credit: Facebook/Instagram
La piattaforma online, amatissima dagli studenti, ha dichiarato di volere un “finale più positivo” per questi giovani, che ora rischiano gravi conseguenze per aver fatto emergere una vulnerabilità critica nei sistemi di FreeHour. Tuttavia, non è chiaro quale sia il percorso che l’azienda intende seguire per raggiungere questo obiettivo.
FreeHour ha dichiarato che l’incidente “sottolinea l’urgenza e la necessità di leggi e linee guida più moderne riguardo le pratiche di cybersecurity” e ha aggiunto che “siamo impegnati a trovare una soluzione che possa portare a un esito più positivo e accettabile di questa vicenda.”
Ma nonostante queste dichiarazioni, il fondatore dell’app, Zach Ciappara, ha preferito non rivelare come questa promessa si tradurrà in azioni concrete.
Ma come si è arrivati a questo punto? Michael Debono, Giorgio Grigolo e Luke Bjorn Scerri sono stati arrestati per aver fatto luce su gravi falle di sicurezza in FreeHour, un’app che facilita la gestione degli orari per migliaia di studenti. I tre ragazzi, agendo come veri “white hat hackers”, hanno contattato l’azienda per segnalare la vulnerabilità e hanno richiesto una ricompensa, il cosiddetto ‘bug bounty’, una pratica comune nell’hacking etico.
Ma invece di essere ringraziati, i tre studenti sono stati arrestati, sottoposti a perquisizioni degradanti e hanno visto la loro attrezzatura informatica sequestrata. Ora, sono accusati di accesso non autorizzato ai dati, al software o alla documentazione di supporto di un computer, nonché di uso, copia o modifica degli stessi.
Le conseguenze potrebbero essere devastanti: i tre giovani compariranno davanti al Magistrato Marse-Ann Farrugia nel marzo 2025. E non saranno soli: anche il loro docente, Mark Joseph Vella, è stato accusato di complicità.
Quando martedì è stato chiesto a FreeHour un commento sull’accaduto, Zach Ciappara ha ripercorso i dettagli dell’incidente, difendendo la scelta di denunciare gli studenti alla polizia. Ha spiegato che FreeHour ha segnalato l’incidente alle autorità su consiglio ricevuto, per garantire il rispetto delle normative sulla protezione dei dati e sulla cybersecurity.
Solo successivamente, ha affermato Ciappara, l’azienda ha appreso che le intenzioni degli studenti non erano malevole. Tuttavia, quando gli è stato chiesto se FreeHour intenda ora testimoniare a favore dei giovani o chiedere il ritiro delle accuse, Ciappara ha preferito restare sul vago.
“In risposta alle vostre domande, FreeHour non è in grado di divulgare ulteriori dettagli in questo momento, oltre a quanto già detto nel comunicato precedente,”
ha dichiarato Ciappara, aggiungendo che all’epoca FreeHour aveva comunicato alle autorità di non avere intenzione di sporgere denuncia contro gli studenti.
L’anno scorso, FreeHour aveva dichiarato di voler aiutare gli studenti.
Ma cosa dice la legge sull’hacking etico?
Gli studenti sostengono che non dovrebbero essere trattati come criminali informatici, poiché il loro hacking aveva l’unico scopo di individuare e correggere le vulnerabilità. Tuttavia, gli esperti legali hanno evidenziato come il concetto di hacking etico
non sia chiaramente definito nelle leggi maltesi, richiedendo quindi un aggiornamento della normativa per permettere agli hacker etici di segnalare le vulnerabilità senza timore di essere perseguiti.
Attualmente, i tre studenti sono sotto inchiesta ai sensi dell’Articolo 337 del Codice Penale, che rende illegale accedere a un’applicazione senza essere “debitamente autorizzati da una persona avente diritto.”
L’indagine penale ha già avuto conseguenze devastanti per i tre ragazzi: lo scorso luglio, sono stati esclusi da una competizione europea di cybersecurity proprio a causa di questa inchiesta.
Nel frattempo, il Partito Nazionalista (PN) ha esortato il governo a intervenire e risolvere le questioni ancora in sospeso legate a questo caso.
Il Consiglio degli Studenti Universitari (KSU) si mobilita
Anche il Consiglio degli Studenti Universitari (KSU) ha deciso di entrare in gioco, contattando entrambe le parti per comprendere a fondo i fatti.
“Dopo aver compreso i diversi lati della storia e aver analizzato i vari fattori in gioco, verranno intraprese azioni di conseguenza,”
ha dichiarato Luke Bonanno, presidente del KSU, a Times of Malta.
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