L’Australia ha dichiarato oggi che vieterà TikTok sui dispositivi governativi, unendosi a una lista crescente di nazioni occidentali che stanno dando un giro di vite all’app di proprietà cinese per timori legati alla sicurezza nazionale
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Il procuratore generale Mark Dreyfus ha dichiarato che la decisione fa seguito ai consigli delle agenzie di intelligence del Paese e inizierà “non appena possibile”.
L’Australia è l’ultimo membro dell’alleanza segreta dei Cinque Occhi a perseguire un divieto
governativo di TikTok, unendosi agli alleati Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada e Nuova Zelanda. Francia, Paesi Bassi e Commissione europea hanno fatto passi simili.
Gli esperti di sicurezza informatica hanno avvertito che l’app – che vanta più di un miliardo di utenti a livello globale – potrebbe essere utilizzata per raccogliere dati che vengono poi condivisi con il governo cinese
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Secondo alcune indagini, ben sette milioni di australiani utilizzano l’applicazione, ovvero circa un quarto della popolazione.
In un avviso di sicurezza che delinea il divieto, il Dipartimento del Procuratore generale ha affermato che TikTok presenta “rischi significativi per la sicurezza e la privacy” derivanti dalla “vasta raccolta di dati degli utenti”.
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La Cina
ha condannato il divieto, affermando di aver presentato severe rimostranze a Canberra in merito alla mossa e sollecitando l’Australia a fornire alle aziende cinesi un ambiente commerciale equo, trasparente e non discriminatorio.
Le preoccupazioni per la sicurezza sono sostenute da una legge cinese del 2017 che impone alle aziende locali di consegnare i dati personali allo Stato se sono rilevanti per la sicurezza nazionale.
Pechino ha negato che queste riforme rappresentino una minaccia per gli utenti comuni.
La Cina “non ha mai richiesto e non richiederà ad aziende o individui di raccogliere o fornire dati situati in un Paese straniero, in un modo che viola la legge locale”, ha dichiarato a marzo Mao del ministero degli Esteri.
Radicati nella xenofobia
TikTok ha dichiarato che tali divieti sono “radicati nella xenofobia”, insistendo sul fatto che non è di proprietà del governo cinese o da esso gestito.
A novembre, però, l’azienda ha ammesso che alcuni dipendenti in Cina potevano accedere ai dati
degli utenti europei e a dicembre ha dichiarato che i dipendenti avevano usato i dati per spiare i giornalisti.
L’applicazione viene solitamente utilizzata per condividere video brevi e spensierati e negli ultimi anni è esplosa in popolarità.
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Molti dipartimenti governativi erano inizialmente desiderosi di utilizzare TikTok come un modo per entrare in contatto con una fascia demografica più giovane, più difficile da raggiungere attraverso i canali mediatici tradizionali.
A marzo, la Nuova Zelanda ha bandito TikTok dai dispositivi governativi
, affermando che i rischi non erano “accettabili nell’attuale ambiente parlamentare neozelandese”.
All’inizio di quest’anno, il governo australiano ha annunciato che avrebbe tolto le telecamere a circuito chiuso di fabbricazione cinese dagli uffici dei politici per problemi di sicurezza
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