La Banca Centrale Europea ha appena compiuto un altro passo epocale, tagliando i tassi di 25 punti base. Una mossa che ha innescato un effetto domino sui mercati del credito europei, restringendo ulteriormente gli spread tra obbligazioni societarie e sovrane. Ma il vero colpo di scena si nasconde nei numeri: gli spread delle obbligazioni “high yield” (HY), considerate più rischiose, si sono ridotti di circa 100 punti base, mentre quelli delle obbligazioni “investment grade” (IG) più sicure sono calati di 37 punti base.
Questo restringimento non si vedeva da anni. Ad oggi, gli spread IG si trovano al 26° percentile delle rilevazioni degli ultimi cinque anni, mentre quelli HY hanno raggiunto il 15° percentile.
Un traguardo straordinario, ma cosa si cela dietro questo fenomeno?
Sorprendentemente, i fattori economici tradizionali sono passati in secondo piano. A dominare la scena sono state le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, dove “le politiche di Trump sono percepite da molti economisti come anti-crescita, soprattutto per il rischio di aumenti tariffari”, ma anche la dinamica di domanda e offerta nel mercato europeo ha giocato un ruolo cruciale. “I dati macroeconomici e le decisioni delle banche centrali hanno avuto un impatto minore sugli spread europei,”
sottolineano gli esperti.
La recente decisione della BCE di tagliare ulteriormente i tassi era già stata ampiamente anticipata e, infatti, ha alimentato un’ondata di emissioni obbligazionarie. “Con costi di finanziamento più bassi, molte aziende hanno colto l’opportunità per rifinanziare il debito esistente,”
spiegano gli analisti. Questo trend si riflette nei numeri: nel 2024, le emissioni IG hanno toccato €455,7 miliardi, superando i €429 miliardi del 2023, mentre le emissioni HY sono letteralmente esplose, passando da €44 miliardi a €87 miliardi.
Nel frattempo, i fondi europei hanno visto una domanda senza precedenti, con gli investitori che si affrettano a bloccare rendimenti più alti, in vista di ulteriori tagli previsti dalla BCE nel 2025.
Guardando al futuro, gli analisti di Goldman Sachs prevedono un lieve allargamento degli spread nel 2025. “Gli spread IG potrebbero aumentare di 12 punti base, mentre quelli HY di 30 punti,” stimano gli esperti. Nonostante ciò, il rischio di un allargamento significativo resta limitato, grazie a un contesto tecnico favorevole e al continuo supporto della BCE. Tuttavia, le prospettive di crescita economica restano deboli, e il tasso di default per il segmento HY potrebbe salire leggermente, passando dall’attuale 2,9% al 3,0% entro la fine del 2025.
Secondo gli analisti, “questo aumento sarà contenuto e colpirà soprattutto piccole imprese e situazioni già in difficoltà, senza impattare significativamente le performance del mercato.”
Un’incognita resta il possibile impatto delle politiche commerciali statunitensi e delle tensioni politiche interne in Europa, in particolare in Germania e Francia. Gli investitori di credito dovranno monitorare attentamente due fattori: “la resilienza degli spread e il rischio di rinnovate tensioni commerciali che potrebbero incidere sulla crescita europea.”
Nonostante queste sfide, il ciclo di allentamento della BCE e il forte supporto tecnico continueranno a offrire un’importante rete di sicurezza per i mercati del credito europei, limitando il rischio di turbolenze significative nel 2025.
Foto: AFP