Un vero e proprio terremoto sta per scuotere il settore delle bevande: le tariffe amministrative che produttori e importatori devono pagare alla BCRS stanno per subire un’impennata clamorosa, con aumenti che raggiungono cifre da capogiro!
Ma attenzione: non si tratta della cauzione da 10 centesimi che i consumatori pagano per ogni bottiglia o lattina – quella rimane invariata. Il rincaro colpirà invece i produttori e gli importatori, che si vedranno costretti a pagare di più per ogni contenitore immesso sul mercato. Il risultato? Un’inevitabile incognita sui prezzi finali per il consumatore.
A partire da sabato 1° febbraio, le nuove tariffe entreranno in vigore e riguarderanno tutti i contenitori inclusi nel programma di raccolta e riciclo gestito dalla BCRS. E i numeri fanno tremare il settore:
- Le bottiglie di vetro colorato subiranno un incremento del 54%!
- Le lattine di alluminio vedranno una stangata del 143%, passando da 0,7c/0,74c a 1,7c/1,8c per unità.
- Anche i contenitori in plastica e acciaio non saranno risparmiati, con aumenti tra il 62% e il 111%.
I produttori e gli importatori erano già stati informati di questi aumenti mesi fa, ma il vero caos è scoppiato solo di recente, quando è circolata la voce di un’imminente impennata del prezzo dell’acqua in bottiglia di 7 centesimi a causa di una presunta nuova “eco-tassa”.
Di fronte alla crescente indignazione pubblica, l’ente regolatore Circular Economy Malta è intervenuto con una smentita categorica:
“Il governo non sta introducendo alcuna nuova o ulteriore tassa, inclusa un’eco-tassa su bevande prodotte o importate, acqua compresa. Le voci su una nuova eco-tassa sono completamente false”
, ha dichiarato in un comunicato.
Il punto ora è capire chi pagherà davvero il conto. L’aumento delle tariffe amministrative sarà assorbito dai produttori e importatori come costo operativo? Oppure il peso ricadrà direttamente sulle tasche dei consumatori?
La BCRS, che è un’entità senza scopo di lucro formata dai principali produttori di bevande del paese, difende la propria scelta e la giustifica con motivazioni economiche ben precise.
“Le spese operative sono aumentate costantemente”, ha dichiarato l’azienda. “Abbiamo dovuto affrontare costi maggiori per la raccolta, il miglioramento della qualità del servizio e il rispetto delle normative. Inoltre, il crollo globale dei prezzi dei rifiuti riciclabili tra il 2023 e l’inizio del 2024 ha messo ulteriormente sotto pressione le nostre finanze”.
La società ha spiegato che questi aumenti sono necessari per garantire la sostenibilità finanziaria del sistema di riciclo, migliorare le infrastrutture e rendere i processi più efficienti, contribuendo così alla riduzione dell’impatto ambientale. Ma non finisce qui: nei prossimi mesi, la BCRS intensificherà i controlli e le verifiche per assicurarsi che tutti rispettino le nuove disposizioni.
Lanciato alla fine del 2022, il sistema BCRS fa parte di un’iniziativa europea che obbliga tutti gli Stati membri a implementare un programma di riciclo per i contenitori di bevande. Finora, il tasso di raccolta in Malta ha raggiunto l’84% nel 2024, un dato significativo. Ma l’obiettivo è ancora più ambizioso: arrivare al 90% entro il 2026
.
La domanda resta: con questi aumenti di costo, il programma continuerà a funzionare con la stessa efficienza o saranno i consumatori a pagarne le conseguenze?
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