Connect with us

Business

Regno Unito al bivio: riuscirà Rachel Reeves a fermare il declino?

Published

on

Un compito monumentale, un’economia in crisi, e una nazione sul filo del rasoio: tocca ora al Cancelliere Rachel Reeves tentare di rimettere il Regno Unito sulla giusta strada. Ma in meno di un anno, l’entusiasmo che accompagnava il nuovo governo laburista è evaporato. La rabbia degli elettori risuona più forte che mai, mentre lo spettro di un collasso politico si fa sempre più reale. Come si è arrivati a questo punto? E cosa sta davvero minacciando il futuro di una delle principali economie d’Europa?

Gli esperti parlano di inflazione, occupazione, crescita. Ma è la debolezza strutturale a gettare il Regno Unito in un circolo vizioso. Come altri Paesi europei, il Regno Unito ha rimandato per decenni le riforme necessarie, mentre i suoi leader si concentravano sulle prossime elezioni piuttosto che sul lungo termine. Questo approccio miope lascia in eredità una situazione quasi irrisolvibile: intervenire ora richiede scelte impopolari che potrebbero costare caro alle urne.

Il Regno Unito, così come gran parte dell’Europa, sembra un paziente con gravi blocchi arteriosi che limitano ogni possibilità di movimento.

La crescita stagnante e l’inflazione alle stelle trovano una delle loro cause principali nella cronica mancanza di investimenti aziendali. La spesa in capitale è crollata dal 20% del PIL nel 2007 a meno del 15% oggi. Sebbene il governo abbia un piano nazionale per le infrastrutture, i tempi di realizzazione restano esasperanti. Secondo uno studio della London School of Economics, la produttività britannica rimane inferiore rispetto a quella di Francia, Germania e Stati Uniti a causa di un’insufficienza di investimenti in capitale e competenze. Questo perpetua le disparità economiche, creando un divario sempre più ampio tra le diverse regioni e aziende.

Il declino del settore manifatturiero preoccupa, nonostante alcuni successi nell’industria automobilistica. Eppure, l’economia britannica rimane troppo dipendente dai servizi finanziari, una scelta che ora mostra tutte le sue debolezze.

A tutto questo si aggiunge un quadro ereditato dal governo precedente: debiti alle stelle, produttività stagnante e salari reali in caduta libera. Durante i lunghi anni di governo conservatore, la migrazione è stata usata come leva per far crescere il PIL, ma il risultato è stato un’infrastruttura logorata e una ricchezza pro capite in declino. Per molti britannici, soprattutto pensionati, il costo della vita è diventato insostenibile. Allo stesso tempo, i compensi dei dirigenti continuano a crescere spropositatamente rispetto ai salari medi, ampliando il divario tra ricchi e poveri.

Advertisement

Il compito titanico di invertire la rotta grava ora sulle spalle di Rachel Reeves. Ma anche con una solida maggioranza parlamentare, le pressioni interne ed esterne non si placano. Le imprese, messe alle strette dall’aumento dell’assicurazione nazionale dal 13,8% al 15%, reagiscono con licenziamenti e scenari di mercato del lavoro apocalittici.

Alcuni parlano del Regno Unito come del nuovo “uomo malato d’Europa”, un’etichetta che in passato veniva attribuita all’Italia. Ma la verità è ancora più inquietante: l’intera Europa si comporta come un reparto geriatrico, con economie bloccate da gravi arteriosclerosi.

La strada per la ripresa non sarà breve né semplice. Sarà necessario un piano a lungo termine, basato su investimenti mirati, stabilità politica e un ambiente che favorisca innovazione e crescita. Questo non è il momento per politiche populiste né per compiacersi delle disgrazie altrui.

Foto: AFP

Continue Reading