Caro lettore, immagina la gioia immensa che hai provato dopo otto lunghissimi anni di matrimonio e di innumerevoli tentativi falliti… e finalmente, ecco che arriva quel piccolo miracolo tra le tue braccia! Otto anni di prove, test, delusioni, persino il ricorso alla fecondazione in vitro. E alla fine, dopo tanto dolore, quella meravigliosa ricompensa: il vostro bambino.
Ma ora che vostro figlio ha appena cinque mesi, un nuovo tipo di ansia ti sta consumando. E no, non è il solito stress finanziario, perché dopo tutti questi anni di oculati risparmi siete in una posizione economica comoda. Il vero stress, ora, è legato al futuro e a come crescere vostro figlio. “Come posso fare ciò che è meglio per lui?”
ti chiedi.
Oggi ci sono molte opzioni, incluso l’asilo nido gratuito. Ma dentro di te credi fermamente che un bambino debba stare con i genitori almeno fino ai due anni. Ecco il dilemma: sei convinto che sia tua moglie, nonostante la sua carriera di successo (è una direttrice di un’azienda affermata!), a dover smettere temporaneamente di lavorare per prendersi cura di vostro figlio. E non ti biasimo per questo pensiero, forse un po’ tradizionalista. Ma so anche che temi di sminuire i suoi traguardi o di creare tensioni per il fatto che lei guadagna più di te. Allora, come affrontare questa conversazione senza farla sentire sotto pressione?
Luca risponde:
Prima di tutto, congratulazioni! Come padre di due bambini, so esattamente quanto sia travolgente la gioia che stai vivendo!
Il fatto che abbiate accumulato risparmi sufficienti per considerare una riduzione dell’orario di lavoro per occuparvi di vostro figlio è fantastico. Ma qui viene il punto fondamentale: perché pensi che debba essere tua moglie la principale responsabile del caregiving? È davvero legato alle tue convinzioni personali, o forse è perché “è sempre stato così”? Diciamolo chiaramente: anche tu, come padre, puoi offrire lo stesso livello di cura e affetto a vostro figlio.
In effetti, dal punto di vista finanziario, avrebbe più senso che fossi tu, se possibile, a ridurre il carico di lavoro. Non c’è nulla di male nel voler seguire una tradizione, ma non credi che un padre possa essere altrettanto capace di crescere un bambino? Certo, se tua moglie è d’accordo con l’idea di prendersi una pausa dal lavoro, non c’è nulla di sbagliato. Ma evita di esordire con un “Ehi, ho pensato che dovresti smettere di lavorare per stare con nostro figlio”
, perché, diciamolo, rischieresti di sembrare troppo patriarcale.
La chiave è avere una discussione sana e aperta, e fortunatamente siete in una posizione economica che vi consente di farlo serenamente. Tieniti aperto all’idea di essere tu quello che si occupa di vostro figlio. Non solo manterresti le finanze più stabili, ma promuoveresti anche un vero senso di uguaglianza nel rapporto.
Foto: [Archivio Times of Malta]