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Malta e il pericolo populista: l’appello di Mallia per blindare l’adesione all’UE

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“Malta deve blindare il suo futuro europeo prima che sia troppo tardi.” Questo è l’allarme lanciato da Stefano Mallia, figura di spicco dell’imprenditoria europea, che invita il Paese a sancire la sua adesione all’UE nella Costituzione. La sua preoccupazione è chiara: un leader populista potrebbe, un giorno, sfruttare il malcontento per spingere Malta fuori dall’Unione. “Non voglio ritrovarmi ostaggio di un partito che cavalca l’onda populista e dichiara: ‘Porterò Malta fuori dall’UE’. Sarebbe una catastrofe per noi” , avverte con tono deciso.

La proposta di Mallia non è nuova, ma torna oggi con una forza rinnovata. Per lui, così come la neutralità di Malta è scolpita nella Costituzione, anche l’appartenenza all’Unione Europea dovrebbe esserlo. “Se inseriamo questa clausola nella Costituzione, per cambiare le cose servirebbe il consenso dei due terzi del Parlamento. Sarebbe molto più difficile” , spiega Mallia, richiamando l’attenzione sul pericolo dei cambiamenti repentini.

Circa dieci anni fa, durante la presidenza di George Abela, Mallia aveva già proposto di aggiungere un passaggio ispirato alla Carta dei diritti fondamentali dell’UE. “Malta è membro dell’Unione Europea, un’Unione fondata sui valori indivisibili e universali della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà; basata sui principi della democrazia e dello stato di diritto” , questo il testo che vorrebbe vedere nella Costituzione maltese.

Nonostante l’opposizione iniziale, in particolare da parte del Partito Nazionalista, Mallia oggi si mostra più ottimista. I sondaggi indicano che i maltesi appoggiano fortemente la loro appartenenza all’UE, il che riduce il rischio di un’uscita imminente. Ma, per Mallia, la minaccia rimane: “Con così pochi voti che possono fare la differenza, in un paese piccolo come Malta il populismo può diventare estremamente pericoloso”.

Mallia ha affrontato il tema durante l’Assemblea delle PMI a Budapest, un evento chiave per le piccole e medie imprese europee. Tuttavia, pur sostenendo con passione il legame con l’UE, riconosce che le imprese maltesi sono sotto pressione. “C’è un sovraccarico di regolamenti che sta diventando impossibile da gestire, soprattutto per un paese piccolo come Malta”, denuncia, citando la Direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità aziendale come esempio di una normativa che grava indirettamente anche sulle PMI. “Siamo i campioni della regolamentazione, ma dobbiamo essere più innovativi per competere con Cina e Stati Uniti” , aggiunge, facendo eco alle recenti preoccupazioni espresse dall’ex premier italiano Mario Draghi.

Un’ulteriore sfida per l’Europa potrebbe arrivare dall’altra parte dell’Atlantico. Un possibile ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti potrebbe riaccendere le tensioni commerciali, con tariffe fino al 20% sulle importazioni europee. “Un simile scenario avrebbe un impatto negativo enorme. Non ci sono dubbi”, sottolinea Mallia, ma ribadisce che l’Europa deve rafforzare la propria indipendenza economica. “Per quanto difficile, dobbiamo spingerci ancora di più verso l’autonomia”, dichiara con determinazione.

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La scorsa settimana, Mallia ha guidato una delegazione di 80 rappresentanti d’impresa europei a Malta, visitando il Freeport e incontrando il primo ministro Robert Abela. L’obiettivo? Creare un ponte tra le esigenze locali e le decisioni di Bruxelles. “C’è questa immagine di Malta come un’isola al sole dove non si fa altro che prendere il sole, ma la realtà è ben diversa. Qui ci sono operazioni economiche complesse” , afferma, invitando alla cooperazione per affrontare le sfide future.

Mallia, il cui mandato come presidente del gruppo dei datori di lavoro del Comitato Economico e Sociale Europeo si concluderà il prossimo anno, ha chiarito di non avere ambizioni politiche, nonostante il suo passato da candidato alle elezioni europee del 2014.

Foto: DOI/Alan Saliba
Foto: European Economic and Social Committee

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