Malta è a un bivio cruciale: è ora di scelte decisive e rapide se si vuole riconquistare l’interesse degli investitori stranieri. Marthese Portelli, CEO della Malta Chamber, lancia un appello vibrante al governo, esortandolo a definire una visione economica chiara e coerente, con obiettivi concreti e scadenze precise. Mentre il Ministro delle Finanze Clyde Caruana si prepara a presentare il bilancio di oggi, Portelli insiste: solo un piano forte e ben strutturato potrà riportare Malta a competere sulla scena internazionale.
In un’intervista rilasciata a The Corporate Times
, la Dr Portelli ha sottolineato che il futuro dell’isola non può più dipendere da valutazioni superficiali dell’economia. La priorità, afferma, deve essere uno sviluppo che migliori la qualità della vita e tenga conto del benessere dei cittadini, non solo nel presente, ma anche per il futuro. Riferendosi alla “Vision 2050” annunciata dal governo, Portelli lancia un monito chiaro: questa visione deve essere concreta e completa, e soprattutto accompagnata da un piano d’azione tangibile.
Per restare al passo col mondo, dobbiamo puntare più in alto
La CEO non si limita a parlare di visione: si fa portavoce di una chiamata urgente per una gestione responsabile dei fondi pubblici, condannando ogni spreco e sottolineando la necessità di una riforma del sistema di appalti pubblici, ormai imprescindibile. E i dati parlano chiaro: il recente EY Attractiveness Survey
mostra una Malta meno attraente per gli investitori stranieri, con un calo di cinque punti percentuali rispetto allo scorso anno e un preoccupante crollo del 30% nell’ultimo decennio. Portelli identifica nei costi, nelle infrastrutture e nella mancanza di competenze i principali ostacoli per chi investe, sia a livello locale che internazionale.
“Dobbiamo puntare su attività ad alto valore aggiunto e imparare a fare di più con meno risorse umane, investendo fortemente in tecnologia
,” ha affermato con determinazione, evidenziando l’urgenza di strategie costanti per supportare i settori esistenti nell’innovazione, piuttosto che concentrarsi unicamente su nuovi mercati di nicchia. “_Dobbiamo guidare il cambiamento, non seguirlo. Prendiamo, ad esempio, il settore manifatturiero: siamo ancora lontani dall’essere un modello di industria 4.0, mentre altrove si guarda già all’industria 6.0._”
Per concludere, Portelli è netta: “_Decisioni difficili sono necessarie per sostenere gli investimenti locali e attirare capitali esteri._”
Foto: Shutterstock