I giovani d’Europa? Sempre più spesso restano con mamma e papà perché non riescono proprio a permettersi una vita indipendente.
L’irresistibile sitcom britannica degli anni ’70 “Some Mothers Do ‘Ave ‘Em”
raccontava le vicende di un giovane goffo e ingenuo che lasciava la casa dei genitori senza alcuna preparazione per il mondo reale. Oggi, però, non si tratta di una serie comica: per molti giovani delle generazioni Y e Z, diventare autonomi è una lotta quotidiana, mentre i loro genitori, ormai quasi pensionati, cercano di sostenerli come possono.
I baby boomer, cresciuti nei primi decenni dopo la Seconda Guerra Mondiale, avevano aspettative modeste: un lavoro che pagava sette sterline a settimana era un traguardo ambito, l’automobile era un lusso per pochi, e abiti firmati? Quasi un’utopia. Ma non importava, perché si viveva con la convinzione che “la vita non potesse che migliorare”
. Con questa stessa fiducia nel futuro hanno poi cresciuto i figli, convinti che sarebbero stati ancora più fortunati. Ma per molti, purtroppo, questa è rimasta una promessa vuota.
Oggi, i giovani affrontano una “nuova normalità”: disoccupazione, lavori precari, affitti proibitivi e costi altissimi per vivere da soli. E cosa fanno? Si affidano al sostegno senza interessi e senza scadenza del “Bank of Mum and Dad”. Risparmi messi da parte con cura per il “giorno di pioggia” ora vengono spesi per aiutare i figli a comprare casa o a far fronte alle spese quotidiane.
I genitori vicini alla pensione devono tenere a mente che vivere più a lungo richiede risparmi maggiori, per evitare di scivolare nella povertà durante gli ultimi decenni della loro vita.
Altri genitori si ritrovano a pagare bollette, spese alimentari e rette scolastiche per i figli che hanno lasciato il nido ma scoprono di non riuscire a stare al passo con i costi della vita. Nonostante tutto, l’indipendenza è ancora un traguardo a cui tanti giovani aspirano: vivere da soli o con un partner, pagare le proprie bollette, lavare i propri vestiti e gestire le spese quotidiane. In teoria, almeno. In realtà, molti giovani “indipendenti” trasformano la casa dei genitori in una lavanderia gratuita, un ristorante casalingo e una banca sempre disponibile per piccoli prestiti. E i genitori, soprattutto le madri, sono più che felici di offrire questi “servizi” senza chiedere nulla in cambio.
In molti Paesi dell’UE, il fenomeno dei giovani che restano più a lungo con i genitori è in aumento: semplicemente, non riescono a permettersi di vivere per conto proprio. In Italia, questi giovani sono spesso etichettati come “mammoni”, ma questa etichetta appare piuttosto ingiusta: in fondo, è la situazione economica a rendergli impossibile l’indipendenza.
Questa nuova tendenza ha i suoi risvolti positivi. In un contesto economico stagnante, infatti, c’è il rischio che un’intera generazione finisca “alla deriva”, incapace di trovare lavoro o costretta ad accettare impieghi precari e non qualificanti. Ma i genitori, ora più che mai, sono un’ancora di salvezza, impedendo che i loro figli restino indietro in un mondo dove un lavoro ben pagato è un privilegio raro. Tuttavia, c’è anche un lato oscuro.
Molti genitori vicini alla pensione si rendono conto che il loro “tesoretto” è ormai prosciugato, sacrificato per garantire ai figli un buon avvio nella vita. Con pensioni statali che in tanti casi non sono sufficienti a coprire le spese di una vecchiaia dignitosa, per molti anziani sopravvivere diventa una lotta quotidiana. I genitori vicini alla pensione devono tenere a mente che vivere più a lungo richiede risparmi maggiori, per evitare di scivolare nella povertà durante gli ultimi decenni della loro vita.
I giovani di oggi si trovano di fronte a sfide enormi, e non sorprende che molti guardino al futuro senza ottimismo. Ma questa solidarietà tra generazioni è anche segno di una società matura, dove i genitori sostengono i figli ben oltre il proprio dovere legale.
Foto: Shutterstock.com