Connect with us

Business

“laurea e diploma: quando il titolo non basta per andare lontano”

Published

on

Senza la giusta attitudine a imparare per tutta la vita, una laurea o un diploma diventano semplici documenti che raccontano solo che una persona ha superato un esame in un preciso momento della sua esistenza. Foto: Shutterstock.com

La frase che ha fatto scalpore questa settimana è destinata a vincere il premio come citazione dell’anno. Pronunciata a difesa di un’azione che personalmente non approvo, è arrivata da Clayton Bartolo, ex ministro, che non è certo una figura che mi stia simpatica. Eppure, se consideriamo solo le parole, e non il contesto in cui sono state dette, mi trovo a dire che, in effetti, sono d’accordo con lui.

La reazione di molti è stata di totale disapprovazione. Il motivo? Hanno contestualizzato la frase nel momento storico che stavamo vivendo. In quei giorni si svolgevano le cerimonie di laurea all’università, e in un momento così significativo, una frase del genere non poteva che sembrare un messaggio sbagliato.

Quando io stesso ero studente universitario, ricordo che il nostro primo ministro aveva dichiarato che i certificati di laurea non erano altro che “dawk karti tal-inċnova” (i fogli con cui i negozianti avvolgevano le acciughe).

Ma oggi, sono costretto a dire che non è tutto merito dei diplomi e delle lauree. Come ha sottolineato Mario Thomas Vassallo, professore di politiche pubbliche all’università, le qualifiche sono importanti perché rappresentano una base da cui partire. E, senza dubbi, sono d’accordo con questa visione.

Tuttavia, ci sono delle riflessioni da fare. In primo luogo, è vero che senza una qualifica non si può esercitare certe professioni, ma avere un titolo di studio non rende automaticamente una persona adatta per quel lavoro. Un esperto di diritto che non sa pensare in modo critico non sarà mai un buon avvocato.

Advertisement

Allo stesso modo, un medico che non ha empatia e capacità relazionali non può essere considerato un bravo medico, così come un architetto che non comprende l’estetica non potrà mai essere un grande progettista. Un manager che sa prendere decisioni, ma non è in grado di essere risoluto, non riuscirà mai a guidare un team con successo.

Ci sono competenze che fanno davvero la differenza nel mondo del lavoro. Comunicazione, capacità interpersonali, empatia, leadership, pensiero critico, intelligenza emotiva, auto-organizzazione: queste sono qualità che fanno la differenza. Non sono sicuro da dove una persona possa acquisirle, ma di certo non basta un diploma per garantirle.

Ed è qui che entriamo nel secondo punto: le conoscenze acquisite attraverso l’istruzione formale potrebbero diventare obsolete nel giro di pochi anni, o potrebbero essere facilmente trovate su Internet. Ecco perché l’apprendimento non dovrebbe mai fermarsi. Continuare ad imparare è essenziale, e questa attitudine non viene insegnata da un titolo di studio, ma è un prerequisito fondamentale. Senza questa predisposizione ad evolversi, una laurea diventa soltanto un documento che attesta che una persona ha superato un esame in un determinato momento storico.

Inoltre, alcuni lavori – e probabilmente cresceranno nel futuro – diventeranno obsoleti grazie ai rapidi sviluppi tecnologici, i cambiamenti sociali e le scoperte scientifiche. Nessuna laurea sarà in grado di rendere questi mestieri rilevanti per sempre.

D’altra parte, nuove professioni stanno nascendo ogni giorno, e probabilmente continueranno a nascere, per le quali oggi non esistono neanche lauree formali. Per esempio, quando Malta ha iniziato a sviluppare il settore dei servizi finanziari, non esistevano corsi universitari locali in questo ambito.

Un altro aspetto da non sottovalutare è il fatto che ci sono persone che possiedono le competenze necessarie per eccellere nel loro lavoro, ma che non avranno mai il titolo di studio richiesto. Questo perché il sistema educativo le ha lasciate indietro. Mi riferisco soprattutto alle persone neurodiverse e a quelle con disabilità fisiche e mentali. Questi gruppi sono molto diversi tra loro, ma se lauree e diplomi fossero tutto, allora loro non avrebbero alcuna possibilità.

La mia conclusione è chiara: lauree e diplomi sono fondamentali per creare una base solida, ma non sono la base di tutto.

Advertisement

Sostenere che diplomi e lauree siano l’unica cosa che conta potrebbe far pensare che chi non li possiede sia destinato a restare un cittadino di serie B. E, sorprendentemente, questa non è un’idea così strana come potrebbe sembrare, visto che abbiamo visto dichiarazioni politiche e decisioni che dimostrano chiaramente che chi le ha fatte ci crede davvero.

Foto: Shutterstock.com

Continue Reading