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Inflazione in salita e mercato del lavoro in crisi: l’economia globale trema

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Un nuovo scossone per l’economia globale: l’inflazione americana torna a salire, il mercato del lavoro britannico crolla, mentre la Cina si trova in difficoltà con le sue esportazioni.

Negli Stati Uniti, l’inflazione fa di nuovo parlare di sé con un incremento del 2,7% del Consumer Price Index (CPI) nei 12 mesi terminati a novembre, superando il 2,6% di ottobre. Secondo un rapporto del US Bureau of Labour Statistics, i prezzi sono cresciuti dello 0,3% rispetto al mese precedente, un’accelerazione rispetto agli aumenti dello 0,2% registrati negli ultimi quattro mesi. A sorprendere è anche il core CPI, che esclude i settori volatili come cibo ed energia, in salita del 3,3%. Gli economisti avevano previsto questi numeri, ma gli effetti reali di questa inflazione non passano inosservati.

Gli analisti restano convinti che la Federal Reserve (Fed) non si farà scoraggiare e procederà con un nuovo taglio dei tassi d’interesse entro dicembre. Tuttavia, l’energia del mercato del lavoro e i consumi stabili potrebbero spingere la Fed a ridimensionare il ritmo dei futuri tagli nel 2024.

Nel Regno Unito, invece, il mercato del lavoro vacilla. Il rapporto ‘KPMG/REC Report on Jobs’ ha evidenziato un forte calo della domanda di lavoratori nel mese di novembre, una diretta conseguenza delle misure fiscali del bilancio di ottobre. Le assunzioni a tempo indeterminato hanno registrato il crollo più significativo da agosto 2023, mentre le assunzioni temporanee hanno continuato a diminuire per il quinto mese consecutivo. Inoltre, il numero di posti vacanti ha subito il calo più rapido degli ultimi quattro anni.

“Le aziende si trovano costrette a valutare l’impatto dell’aumento dei costi del personale dopo il bilancio, e ciò ha portato a un rallentamento generale nelle assunzioni,”  ha spiegato Jon Holt, CEO del gruppo KPMG.

E dall’Asia arriva un ulteriore segnale di preoccupazione: Cina sotto pressione. I dati doganali mostrano un rallentamento delle esportazioni, cresciute del 6,7% a novembre contro il 12,7% di ottobre. Le importazioni, nel frattempo, sono crollate del 3,9% rispetto all’anno precedente, ampliando il -2,3% di ottobre. Questa performance delude le aspettative e alimenta il timore di una domanda interna fiacca e delle ricadute negative delle tariffe statunitensi imminenti.

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Mentre gli Stati Uniti vedono un’inflazione vivace e un mercato del lavoro stabile, il Regno Unito e la Cina affrontano sfide economiche che potrebbero pesare sul panorama globale. Gli analisti di tutto il mondo restano in allerta, cercando di capire quali saranno le prossime mosse delle potenze economiche.

Foto: Kena Betancur / AFP

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