Ottobre, conosciuto come il decimo mese dell’anno, è in realtà “l’ottavo mese”. Già, perché nell’antica Roma l’anno iniziava a marzo e si concludeva a dicembre, con solo dieci mesi. Fu Giulio Cesare ad aggiungere gennaio e febbraio, portando così il calendario allineato all’anno solare.
Nel calendario giuliano, ottobre mantenne il suo nome, ma fu spostato al decimo mese. Oggi, questo mese assume un’importanza ancora più rilevante, essendo dedicato alla Breast Cancer Awareness Month
, una campagna globale di sensibilizzazione contro il cancro al seno.
Ma non finisce qui! Ottobre celebra anche la Settimana della Salute Mentale, la Giornata Internazionale della Ragazza, la Giornata Internazionale del Cioccolato e, ovviamente, l’iconico Halloween. Ma a Malta, questo mese assume un nome ancora più evocativo: “il mese dei miracoli”
, quando il governo svela il tanto atteso bilancio per l’anno successivo.
Sappiamo tutti come va a finire, no?
Il ministro delle finanze arriva con la sua preziosa valigetta rossa, mentre le telecamere riprendono ogni movimento e i fotografi scattano centinaia di foto per immortalare il momento in cui il Presidente della Repubblica appone la sua firma sul documento. Poi, il grande momento: il ministro si alza in Parlamento e inizia il suo discorso fiume, raccontando tutti i miracoli economici
che il governo ha compiuto nell’ultimo anno, e anticipando le meraviglie che ci aspettano nei prossimi 12 mesi.
Non manca mai una frase che ormai è diventata un classico: “questo sarà un bilancio senza tasse”. Certo, ma le tasse arriveranno più tardi.
Clyde Caruana, il ministro delle finanze, ci sommergerà con numeri e statistiche strabilianti, ma di cui pochi capiranno il vero significato, e ancora meno si interesseranno. Perché? Perché la gente comune ha problemi ben più urgenti e si aspetta risposte concrete da parte del governo.
Malta, ancora una volta, si ritrova in cima alla lista per le emissioni di gas serra, con un preoccupante aumento del 9% tra il primo trimestre del 2023 e il 2024. Le ONG ambientali gridano allo scandalo: “Come farà il governo a raggiungere gli obiettivi dell’UE nei prossimi cinque anni?”
E come se non bastasse, il governo ha appena messo in funzione una nuova centrale elettrica temporanea che utilizza oli pesanti cancerogeni, con un costo esorbitante di 37 milioni di euro.
È chiaro che i cittadini attendono con ansia soluzioni tangibili. Non si tratta solo di promesse temporanee, ma di un vero e proprio piano d’azione a lungo termine per adeguarsi agli standard europei.
Ma chissà, magari il ministro affronterà finalmente il problema del traffico infernale che ogni giorno soffoca l’isola. Prometterà forse di offrire una soluzione per i guidatori esasperati che, quotidianamente, si ritrovano bloccati nel traffico mentre vanno e tornano dal lavoro? Non ci scommetterei.
E sapete perché? Perché il governo e i suoi alti funzionari, strapagati, non sembrano avere la capacità di proporre idee davvero innovative.
O forse ci dirà perché le strade appena costruite, costate milioni di euro, si allagano ad ogni pioggia? Il lungomare di Kalkara, che è costato ben 7 milioni di euro, è solo l’ultimo disastro in ordine di tempo.
Forse il ministro giustificherà la nomina di Steve Ellul, un ex candidato fallito alle elezioni europee, come nuovo CEO di Infrastructure Malta, assicurandoci che questo garantirà un futuro migliore.
Una cosa è certa: Caruana non ci spiegherà perché, dopo oltre un decennio e più di 700 milioni di euro spesi, Infrastructure Malta non ha ancora elaborato un piano concreto per asfaltare tutte le strade residenziali dell’isola.
Guidare tra le città e i paesi è ormai diventato un incubo, con lavori che sembrano non finire mai e che, pochi giorni dopo il completamento, vengono nuovamente interrotti per nuovi scavi.
Non c’è da meravigliarsi se i problemi di salute mentale sono in aumento!
Forse qualcuno spera che il ministro affronterà il crescente costo della vita, che sta schiacciando sempre più le famiglie a basso reddito. Secondo una recente ricerca di Caritas Malta, il 56% del reddito annuo di queste famiglie viene speso solo per il cibo.
Spiegherà Caruana come il governo intende affrontare il fatto che oltre 100.000 persone a Malta vivono in condizioni di povertà, con la maggior parte sotto la soglia di rischio povertà, che si attesta a un misero reddito annuale di 11.000 euro?
Ma ancora più improbabile sarà sentirlo parlare delle centinaia di persone di fiducia
, parlamentari in secondo piano, ex deputati, ex giornalisti di One TV, parenti di ministri e sottosegretari, tutti piazzati in nuovi posti di lavoro creati appositamente per loro, finanziati con milioni di euro dalle tasche dei contribuenti maltesi.
Sì, è decisamente improbabile. Dopotutto, cosa sono qualche milione di euro in più nel contesto di un debito nazionale sempre crescente?
I cittadini si aspettano, e a ragione, che il ministro annunci finalmente che il governo ha deciso di fare sul serio e recuperare i 400 milioni di euro regalati
a Vitals/Steward Health Care, arricchendo così qualche politico corrotto.
Con quei soldi si potrebbe costruire un nuovo ospedale, migliorare il Mater Dei Hospital e, perché no, realizzare finalmente il tanto atteso ospedale psichiatrico.
Genitori e studenti sono pronti a sentire se ci saranno incentivi per fermare la fuga di cervelli dei giovani maltesi, sempre più attratti da opportunità migliori in altri paesi europei.
E chissà, forse Caruana annuncerà che il governo ha finalmente capito la necessità urgente di cambiare rotta, abbandonando una volta per tutte l’assurda idea di Joseph Muscat di un modello economico basato sull’importazione di centinaia di migliaia di lavoratori stranieri a basso costo. Magari ascolterà i suggerimenti dell’opposizione e, finalmente, cambierà direzione.
E, infine, tutti si aspettano che il ministro annunci che il governo adotterà, senza ulteriori ritardi, le raccomandazioni emerse dall’inchiesta pubblica sull’assassinio della giornalista Daphne Caruana Galizia.
E non solo, ci sono ancora molte altre raccomandazioni provenienti da inchieste che attendono di essere messe in pratica. Forse, così, lo stato di diritto a Malta potrà finalmente essere rispettato.
Foto: Chris Sant Fournier