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Economia

malta tra crisi e rinascita: il nuovo piano che può cambiare tutto

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Negli ultimi dieci anni, Malta ha vissuto un’ondata senza precedenti di lavoratori provenienti da paesi terzi, assunti con ogni livello di qualificazione per alimentare una crescita economica sfrenata. Ma questa crescita ha avuto un prezzo altissimo: il futuro economico del paese e il benessere della sua comunità sono stati compromessi.

Ora, con la popolazione che si ribella agli effetti di questo afflusso massiccio – sanità al collasso, scuole sovraffollate, traffico insostenibile e infrastrutture sotto pressione – il governo tenta di correre ai ripari. Il nuovo piano per il mercato del lavoro mira a porre un freno a queste conseguenze devastanti: solo i lavoratori davvero essenziali otterranno un permesso, i diritti dei lavoratori stranieri saranno tutelati e quelli locali avranno la priorità.

I partner sociali, tra cui la potente Malta Chamber, hanno accolto favorevolmente il piano, ma con riserve. Secondo il gruppo, il successo della strategia richiede “meno dipendenti nel settore pubblico e più incentivi per riqualificazione e digitalizzazione”. La priorità, secondo loro, dovrebbe essere lo sviluppo delle competenze e la produttività, abbandonando vecchie abitudini clientelari che hanno riempito inutilmente gli uffici pubblici, privando l’industria privata di talenti fondamentali.

“Il settore pubblico è sovraccarico da decenni” avvertono. “Ridurre i lavoratori improduttivi migliorerebbe la credibilità del governo nell’affrontare la sfida della sovrappopolazione.”

Non mancano critiche anche alla mancanza di una visione chiara a lungo termine. Un’indagine sui fabbisogni di manodopera per i prossimi dieci anni avrebbe evitato polemiche sterili tra le parti interessate e assicurato risorse adeguate per settori vitali come la sanità e le infrastrutture.

Nonostante la retorica su un “nuovo modello economico”, Malta sembra destinata a rimanere dipendente dalla manodopera a basso costo per sostenere il turismo di massa, un settore che il nuovo piano affronta solo superficialmente. La dipendenza da lavoratori poco qualificati per mantenere il paese competitivo sul breve termine rischia di perpetuare problemi strutturali.

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Le aziende stesse sono chiamate a un cambio di rotta. Trattare i lavoratori come una semplice risorsa da assumere e licenziare facilmente è controproducente. Investire nel capitale umano e integrare la sostenibilità nelle strategie aziendali è l’unico modo per bilanciare profitto e benessere.

“Troppo tempo è stato perso nel discutere se il paese avesse bisogno di un nuovo modello economico” sottolinea la Malta Chamber. “Ora è il momento di agire, con politiche allineate a Malta Vision 2050, per una strategia olistica e di lungo termine che garantisca crescita sostenibile.”

In un contesto globale di transizioni tecnologiche, sfide ambientali e cambiamenti demografici, Malta deve affrontare con urgenza una trasformazione che non solo rimodelli il mercato del lavoro, ma garantisca un futuro migliore per tutti.

Foto: Shutterstock.com

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