Il vero obiettivo del bilancio nazionale non è solo fare quadrare i conti. È tempo di guardare oltre i numeri e puntare alle persone dietro a quei numeri: la classe media, il cuore pulsante della nostra società.
Ogni giorno, la classe media si sveglia e affronta la giornata, bilanciando il lavoro, la famiglia e la costruzione di un futuro migliore per sé e i propri cari. Non hanno tempo per farsi sedurre da promesse politiche o da visioni futuristiche lontane dalla realtà. Quello di cui hanno bisogno è un’economia stabile che garantisca un reddito sicuro, servizi pubblici di qualità e una vita con meno incertezze. Questa è la base per una vita dignitosa e sicura.
Per raggiungere questo obiettivo, le politiche devono abbandonare la solita logica conflittuale, cercando invece soluzioni pragmatiche che servano la maggioranza, inclusa la classe media. Dobbiamo concentrarci su ciò che conta davvero per la vita quotidiana delle persone: il loro benessere. È in questo spirito che una riforma fiscale significativa potrebbe diventare uno degli strumenti più efficaci per sostenere chi lavora.
Appoggio con convinzione il prossimo taglio fiscale, a patto che sia mirato alle giuste priorità. Il primo passo? Raggiungere i redditi medio-bassi della classe media, così che possano vivere con serenità anziché limitarsi a sopravvivere. Chi guadagna un reddito medio dovrebbe poter permettersi una casa a prezzi accessibili e far fronte a spese impreviste senza essere travolto dallo stress finanziario.
È tempo di premiare l’impegno, senza gravare su chi sostiene l’economia con il proprio lavoro. E, in generale, il taglio delle tasse non deve alimentare l’indifferenza verso il sistema fiscale, ma piuttosto accrescere la fiducia nei confronti delle istituzioni.
Un’economia in salute non può esistere se non tutela i lavoratori. Oggi, in un mondo del lavoro in continua evoluzione, dobbiamo garantire diritti che riflettano le nuove esigenze: flessibilità, equilibrio tra lavoro e vita privata, e un salario equo per tutti coloro che contribuiscono all’economia. Il lavoro precario non ha più posto tra noi, sottolinea Thomas Bajada. La possibilità di bilanciare il lavoro e la vita familiare non è più un lusso, è una necessità.
Per ottenere una crescita economica sostenibile, dobbiamo costruire un’economia del benessere, un’economia che metta al centro la stabilità finanziaria e la qualità della vita. Ed è qui che entra in gioco l’infrastruttura orientata alla comunità. Investire nei nostri paesi e nelle nostre città significa investire nel benessere mentale ed emotivo dei cittadini. Mi auguro che il bilancio del prossimo anno favorisca uno sviluppo che crei spazi capaci di promuovere connessione, coinvolgimento e senso di appartenenza.
Una classe media forte prospera in ambienti dove l’infrastruttura non riguarda solo strade ed edifici, ma si espande per costruire comunità servite da servizi pubblici efficienti. La proliferazione di spazi aperti deve partire dalla tutela delle aree pubbliche e poi dalla creazione di ambienti sani dove le persone possano incontrarsi, staccarsi dalla frenesia quotidiana e dal mondo digitale che ci isola sempre più dal contatto reale.
Nei prossimi giorni si parlerà molto del bilancio nazionale. Ma la vera sfida non è gestire le cifre, è migliorare la vita delle persone dietro quelle cifre. Con redditi stabili, maggiori tutele per i lavoratori e comunità che fanno sentire le persone supportate, possiamo costruire un’economia che funzioni per tutti. È tempo che la politica si avvicini davvero alle persone, trovando quel terreno comune su cui possiamo incontrarci tutti.
Thomas Bajada è un deputato laburista al Parlamento Europeo.
Foto: Chris Sant Fournier