L’Europa è in pericolo! Il divario tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti si sta allargando in modo drammatico, e solo una mossa coraggiosa potrebbe salvare il Vecchio Continente dal crollo economico. Mario Draghi lancia un grido d’allarme e consegna il suo attesissimo rapporto a Ursula von der Leyen: servono investimenti colossali, e subito!
L’Unione Europea deve aumentare drasticamente la spesa attraverso un indebitamento congiunto se non vuole finire schiacciata dagli Stati Uniti. Questa è la dura verità che emerge dal rapporto presentato da Draghi, in cui si sottolinea che l’Europa sta restando pericolosamente indietro rispetto alla sua controparte americana. L’ex presidente della Banca Centrale Europea, incaricato da von der Leyen lo scorso anno, ha studiato come il blocco dei 27 paesi possa risalire la china in un mondo sempre più instabile e pieno di sfide economiche.
Il rapporto è chiaro: servono tra i 750 e gli 800 miliardi di euro in investimenti aggiuntivi. Una cifra astronomica, che rappresenta quasi il 5% del prodotto interno lordo dell’UE. Ma Draghi non ha dubbi: “Per la prima volta dalla Guerra Fredda, dobbiamo veramente temere per la nostra sopravvivenza, e le ragioni per una risposta unitaria non sono mai state così forti”
, ha dichiarato con fermezza durante una conferenza stampa a Bruxelles.
Draghi non si limita a lanciare allarmi, ma propone una “nuova strategia industriale”, composta da ben 170 proposte, che richiedono uno sforzo economico enorme. “I bisogni di investimento che tutto ciò comporta sono enormi”, ha spiegato, aggiungendo che “solo un cambiamento radicale”
può invertire la rotta.
Il paragone con il Fondo per la Ripresa da Covid dell’UE è immediato. Anche allora, l’Europa si era mossa in modo congiunto per raccogliere 800 miliardi di euro, salvando così le economie più colpite dalla pandemia. Per Draghi, è arrivato il momento di emettere nuovi “strumenti di debito comuni… per finanziare progetti di investimento congiunti che aumenteranno la competitività e la sicurezza dell’UE”
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Tuttavia, non tutti sono d’accordo. Se la Francia è pronta a sostenere questa proposta, Germania e Paesi Bassi temono di essere chiamati a versare più risorse per coprire il sud Europa. Draghi lo sa, e avverte: i prestiti comuni saranno possibili solo se “le condizioni politiche e istituzionali saranno soddisfatte”.
Non si ferma qui. Un’altra strada da percorrere, secondo Draghi, è quella di mobilitare meglio il capitale privato, sbloccando finalmente l’idea, da tempo in discussione, di una “unione dei mercati dei capitali”
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Ursula von der Leyen, fresca di un secondo mandato alla guida della Commissione Europea, ha nelle mani un’opportunità storica: usare il rapporto di Draghi per plasmare il futuro dell’UE nei prossimi cinque anni. Il documento delinea una nuova era per l’Europa, che dovrà affrontare una concorrenza sempre più agguerrita a livello globale e barriere commerciali crescenti.
Draghi non esita a mettere il dito nella piaga: c’è un “grande divario” nella crescita economica tra l’UE e gli Stati Uniti, dovuto principalmente a un “rallentamento più marcato della crescita della produttività in Europa”
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E non è tutto: l’Europa è in ritardo sulle tecnologie emergenti che guideranno la crescita del futuro. Solo quattro aziende europee compaiono tra le prime 50 compagnie tecnologiche del mondo. Un dato preoccupante. “L’Europa deve diventare un luogo dove l’innovazione prospera”, ha affermato Draghi, avvertendo che il blocco sta “tirando meno di quanto potrebbe”
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Se agissimo davvero come una comunità, potremmo fare molto di più ha insistito, ma ha anche sottolineato che “ci manca il focus sulle priorità chiave. Non combiniamo le nostre risorse per generare scala. E non coordiniamo le politiche che contano.”
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Foto: AFP