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Draghi lancia l’allarme: europa verso un declino irreversibile?

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L’Europa si trova sull’orlo di una crisi economica che non può più essere ignorata. Negli ultimi anni, mentre gli standard di vita medi sono cresciuti, soprattutto nei Paesi che hanno aderito all’UE dal 2004 in poi, il divario tra il PIL dell’Unione Europea e quello degli Stati Uniti è esploso, passando da un già preoccupante 15% a un devastante 30%. Questo non è un dato qualsiasi: è un campanello d’allarme che non possiamo più permetterci di ignorare. Siamo davvero pronti ad accettare che l’Europa stia per essere superata?

Mario Draghi, l’ex presidente della Banca Centrale Europea, lancia l’allarme in un rapporto esplosivo che contiene 170 raccomandazioni. Secondo Draghi, il problema principale è chiaro: tre quarti di questa differenza di crescita economica è causata dalla perdita di produttività e dalla mancanza di innovazione all’interno degli Stati membri dell’UE. Il suo messaggio è forte e senza fronzoli: se l’Europa non agisce immediatamente, sarà condannata a un declino inevitabile .

Non è un avvertimento lanciato alla leggera. Draghi ha stilato questo rapporto con un obiettivo preciso: indicare come l’UE possa tornare a crescere, bilanciando al contempo la transizione verso un’economia più verde e digitale. Tuttavia, le crisi geopolitiche attuali – l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, i conflitti in Medio Oriente e le tensioni crescenti in tutto il mondo  – stanno mettendo in ginocchio il fragile equilibrio economico europeo. Un’economia, quella europea, che storicamente prospera solo in periodi di pace e stabilità, ora si trova a combattere su più fronti.

Draghi sottolinea anche un’altra minaccia preoccupante: le politiche di Stati Uniti e Cina, che stanno riscrivendo le regole del commercio internazionale e minano la libertà del commercio globale . Per un’Europa così dipendente dalle esportazioni, questo è un colpo fatale.

Ma non tutto è perduto. “Dobbiamo abbracciare l’innovazione e le nuove tecnologie, e applicarle in modo strategico” , afferma Draghi. E la sua proposta per farlo è ambiziosa: un’iniezione di ben 800 miliardi di euro all’anno. Questo colossale investimento è essenziale per costruire un’economia più resiliente e riportare l’Europa ai tassi di crescita della produttività che la contraddistinguevano in passato.

Il punto di svolta, secondo Draghi, è chiaro: “Abbiamo bisogno di innovare per crescere e per proteggere il nostro benessere e la nostra società inclusiva”. Non si tratta più solo di una sfida economica, ma di una questione di sopravvivenza. Per la prima volta in 79 anni, l’Europa dovrà anche aumentare significativamente la sua spesa per la difesa: un chiaro segnale di come il mondo stia cambiando.

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Anche Malta deve prendere nota di queste previsioni. Il nostro Paese non è immune a queste tendenze globali. Dobbiamo migliorare la nostra produttività, salire nella catena del valore e riconquistare la nostra competitività . Cambiare il nostro modello economico non è solo necessario, ma è una questione di vita o di morte per il nostro futuro. Innovazione e tecnologie verdi non sono più opzioni, ma obblighi se vogliamo proteggere il nostro ambiente e il nostro benessere.

E come il resto dell’Europa, anche Malta ha bisogno di un’iniezione massiccia di fondi. Ma qui il trucco sta nell’usare in modo intelligente le risorse finanziarie che già abbiamo. Il nostro futuro, così come quello delle generazioni future, dipende da come riusciremo a fronteggiare queste sfide. Anche per Malta, la sfida è chiaramente “esistenziale” .

Foto: Frederick Florin/AFP

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