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Agente interinale a Malta accusato di aver truffato 280 lavoratori stranieri

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Un agente interinale è stato accusato in tribunale dopo aver presumibilmente ingannato circa 280 cittadini di Paesi terzi, spingendoli a pagare per un contratto di lavoro a Malta che non si è mai concretizzato.

La polizia dell’immigrazione ha sporto denuncia contro Jonathan James Borg, 42 anni, di Balzan, in quanto sospettato del racket attraverso il quale i lavoratori stranieri, per lo più indiani, sono entrati a Malta attirati dalla promessa di un lavoro e di un alloggio.

Le loro speranze svanivano una volta giunti a destinazione.

La situazione è degenerata quando il capo di Borg, presso l’azienda in cui lavorava come contabile, ha iniziato a ricevere chiamate da perfetti sconosciuti che si lamentavano del fatto che non aveva mantenuto la promessa di fornire loro un lavoro e un alloggio adeguato a Malta.

Le indagini della polizia hanno rivelato che i cittadini di Paesi terzi erano arrivati a Malta sulla base di documenti di viaggio e di lavoro falsi.

Questi documenti sono stati rintracciati da Borg.

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Ciascuno dei migranti avrebbe pagato circa 4.000 euro, per poi ritrovarsi senza lavoro e senza un posto dove andare.

Borg si è dichiarato non colpevole di essere coinvolto in un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di esseri umani a scopo di lucro personale, di aver assistito lavoratori stranieri ad entrare a Malta in violazione delle leggi sull’immigrazione, di aver utilizzato dati elettronici non autorizzati, di aver manomesso tali dati, software o documentazione e di aver commesso una frode documentale.

È stato anche accusato di aver violato un ordine di sequestro emesso in termini di legislazione antiriciclaggio e di aver presumibilmente commesso questi reati mentre si trovava sotto due sentenze sospese emesse nel 2019. È stato inoltre accusato di recidiva.

Si è dichiarato non colpevole.

L’indirizzo dell’uomo rintracciato tramite l’app di consegna di cibo

L’accusa si è opposta alla richiesta di libertà su cauzione perché i testimoni civili devono ancora testimoniare e l’imputato ha violato precedenti ordini del tribunale.

L’accusa ha anche sottolineato che la ricerca dell’indirizzo dell’accusato ha ritardato le indagini. In un caso precedente, Borg aveva citato l’indirizzo dei suoi genitori.

Ma era ovvio che non viveva lì. Il suo indirizzo reale è stato rintracciato dalla polizia attraverso un’applicazione per la consegna di cibo.

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Il magistrato Donatella Frendo Dimech ha respinto la richiesta di libertà su cauzione, ritenendo l’imputato non sufficientemente affidabile e anche perché diversi testimoni dovevano ancora testimoniare.

Il tribunale ha accolto la richiesta di un ordine di congelamento di tutti i beni dell’imputato.

L’avvocato dell’AG, Nathaniel Falzon, e l’ispettore Karl Roberts, hanno svolto l’azione penale.

L’avvocato Ezekiel Psaila era il difensore. Gli avvocati Gianluca Caruana Curran e Charles Mercieca rappresentano l’azienda.