Malta si trova al centro di un vero e proprio scandalo europeo: nel 2022, l’isola ha registrato il numero più alto di morti sul lavoro pro capite tra tutti i paesi dell’UE. I dati di Eurostat rivelano una realtà scioccante: 15 lavoratori hanno perso la vita, con un tasso di oltre cinque decessi ogni 100.000 lavoratori. Questo numero supera di oltre il 50% quello della Francia, seconda in classifica, e triplica la media europea.
Secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica (NSO), il settore edile si è rivelato un vero e proprio campo minato per i lavoratori, responsabile di oltre la metà delle morti sul lavoro nel 2022 e 2023. Un dato agghiacciante che rende il 2022 l’anno più nero degli ultimi 18 anni per la sicurezza sul lavoro.
Il grido di allarme è stato lanciato con forza da Isabelle Bonnici, madre di Jean Paul Sofia, giovane vittima di un tragico crollo edilizio. Bonnici, durante una tavola rotonda a Bruxelles, ha chiesto all’Unione Europea di intervenire direttamente, obbligando Malta ad adottare finalmente codici edilizi nazionali. “Non possiamo più ignorare la necessità di regole che possano salvare vite umane”
, ha dichiarato con fermezza, accusando il governo maltese di indifferenza verso la sicurezza dei lavoratori.
Gli Eurocodici, standard europei per garantire sicurezza uniforme nelle costruzioni, restano ancora inapplicati a livello nazionale. Sebbene il governo maltese abbia dichiarato di essere “impegnato” a discuterne l’adozione, manca ancora una tempistica concreta.
Un’analisi più approfondita dei dati Eurostat dipinge un quadro ancora più drammatico: i tassi di mortalità sul lavoro a Malta, standardizzati per agevolare il confronto con altri paesi, risultano superiori del 75% rispetto alla Francia e oltre tre volte la media UE. Sul fronte opposto, i Paesi Bassi si confermano il paradiso della sicurezza sul lavoro, seguiti da Grecia, Germania e Svezia.
Nel complesso, l’UE ha registrato quasi 3.300 decessi sul lavoro nel 2022, un leggero calo rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il settore delle costruzioni rimane il più pericoloso, seguito dai trasporti e dall’industria manifatturiera, che detiene anche il primato degli incidenti non mortali.
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